Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)
Compiti per
le vacanze...
che fatica farli fare
ai bambini!
La scuola è finita ma.. arrivano i compiti per le vacanze!
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Finalmente la scuola è finita e sono arrivate le tanto attese vacanze estive. Nei mesi di Maggio e Giugno i bambini hanno dovuto affrontare tante verifiche scritte e orali perché gli insegnanti dovevano definire con chiarezza il livello di maturità raggiunto dagli alunni nei diversi ambiti disciplinari.
Forse si è corso un po’ per riuscire a finire il programma scolastico. Il caldo e la stanchezza hanno contribuito ad abbassare il livello di concentrazione di tutti, adulti e bambini.
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Con queste premesse è prevedibile che i compiti per le vacanze siano stati male accolti...
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Guarda qua! Ma che vacanze e vacanze... la maestra mi ha dato da leggere un libro
e in più da fare quello delle vacanze. Ma è matta! Ci sono più di 200 pagine.
Mi toccherà fare i compiti tutti i giorni, peggio che andare a scuola.
Allora tanto vale che si sta a casa... (Edoardo, 9 anni).
Compiti si o compiti no?
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Sull'argomento hanno ampiamente discusso esperti di didattica, insegnanti, genitori, giornalisti.
Qualcuno ha osservato provocatoriamente:
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I “compiti per le vacanze” sono un ossimoro, una contraddizione in termini, un assurdo logico
(e pedagogico), giacché le vacanze sono tali, o dovrebbero esserlo, proprio perché liberano dagli affanni feriali: vacanza, in latino vacantia, da vacare, ossia essere vacuo, sgombro, vuoto, senza occupazioni.
Nessuna categoria di lavoratori accetterebbe di prolungare nel tempo libero,
e men che mai di svolgere durante le ferie, compiti professionali imposti.
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Ma è del tutto normale che a una simile pretesa debbano assoggettarsi gli scolari: "perché si esercitino e non dimentichino tutto quello che hanno imparato"
(Maurizio Parodi, La tecnica della scuola).
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Compiti per le vacanze
alla scuola primaria
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Personalmente ritengo che i compiti per casa siano utili soprattutto durante la scuola primaria, periodo in cui i bambini stanno acquisendo e debbono automatizzare numerose abilità sul piano della letto-scrittura e del calcolo.
Ma non devono essere uno un assillo per i bambini e un motivo di scontro con i genitori.
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Alcuni bambini e ragazzi preferiscono dedicare i primi giorni di vacanza a finire tutti i compiti il più in fretta possibile. Fanno una sorta di full immersion con l’obiettivo di toglierseli di torno e trascorrere l’estate in santa pace.
Altri li rimandano continuamente e si trovano a Settembre con tutto da fare.
Molti genitori protestano: “A che servono i compiti per le vacanze se poi gli insegnanti non li controllano?”.
I compiti per le vacanze
non servono all’insegnante ma al bambino.
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È chiaro che l’alunno si sente gratificato se a Settembre la maestra raccoglie ciò che ha fatto durante la pausa estiva e lo premia per l’impegno con un bel voto, ma è impensabile correggere per filo e per segno tutto ciò che gli alunni hanno svolto in tre mesi.
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Durante l’estate è importante che i bambini di scuola primaria continuino ad allenare la capacità di leggere, scrive e fare calcoli, ma possono e debbono farlo in un clima di maggior distensione.
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Non ci sono verifiche e voti, confronti con i compagni più o meno bravi. Si chiede al bimbo di dedicare una mezz’oretta al giorno a fare qualcosa che sicuramente è meno divertente di correre in bicicletta, scavare buche sulla sabbia o fare capriole in mezzo all’erba, ma che non necessariamente deve essere noioso.
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Come usare i libri per le vacanze?
Ecco alcuni consigli pratici:
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Non è sempre necessario seguire l'ordine degli argomenti suggerito dal testo.
I libri per le vacanze non vanno studiati dalla prima pagina all’ultima, rispettando l’ordine del testo. Se siete al mare, cercate letture, disegni, rompicapi … che abbiano a che fare con ciò che il bambino sta sperimentando nella quotidianità.​
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Un argomento lo sceglie il bambino, l'altro il genitore.
Scegliete una pagina di compiti voi genitori e fatene scegliere una al bambino, in modo che ogni giorno possa fare qualcosa di gradito e qualcosa che lo interessa un po’ meno (evitando di lasciare a Settembre tutti gli esercizi di una stessa disciplina!).
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Siate elastici
Se vostro figlio non ha voglia di leggere i brani del libro delle vacanze ma si appassiona a fumetti, storie illustrate o altro va benissimo.
All’insegnante non interessa quel racconto specifico; ciò che la scuola chiede è che il bambino continui ad esercitarsi diventando sempre più rapido e corretto nella lettura!
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Cercate di essere fantasiosi e creativi
Se i bambini capiscono che quello che imparano a scuola è utile nella vita di tutti i giorni si sentiranno più motivati. Ad esempio, il calcolo a mente si può allenare anche sulla spiaggia:
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Dobbiamo costruire un castello con 10 torri e abbiamo 2 secchielli, uno per te e uno per tuo fratello.
Quante torri dovrete fare per ciascuno?
Mi raccomando, dovete fare lo stesso lavoro…
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Vai tu a prendere i ghiaccioli per tutti? Dunque… in quanti siamo?...
Bene. Se i ghiaccioli costano 1 euro e 50 all’uno, quanti soldi ti devo dare?...
Mmm, nel portafogli ho 10 euro; quanto resto devi ricevere?
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Parola d'ordine: niente ansia!
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I genitori devono far intuire che lo studio è una cosa importante, devono stimolare i figli a impegnarsi anche se sono in vacanza ma non possono e non devono sostituirsi agli insegnanti.
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E soprattutto non devono trasformarsi in “aguzzini” o peggio ancora caricarsi di ansia se al momento di tornare a scuola il bambino non ha completato tutto il libro delle vacanze.
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L’importante è l’esercizio: dove viene fatto, poco importa!
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