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Dott. Catulla Contadin - Psicologa infantile - Psicoterapeuta - Noventa Vicentina (Vicenza)

I tic nei bambini

Cosa sono i tic e come si manifestano?

   I tic sono suoni o movimenti corti e improvvisi che il bambino mette in atto in modo non intenzionale. Possono essere:

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-  tic motori semplici, come strizzare gli occhi o arricciare il naso;

-  tic motori complessi, come tirare fuori la lingua e contemporaneamente spostare di lato la testa;

-  tic fonici semplici, come schiarirsi la gola o far rumore con il naso;

-  tic fonici complessi come ripetere intere frasi.

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  Esistono altre forme di tic che non si possono né vedere né sentire ma che impegnano la mente del bambino e che per questo vengono definiti tic cognitivi. 

 

   Assomigliano a giochi mentali: il bambino li ripete e non riesce a bloccarli. Leggere più volte le stesse frasi o contare i segnali stradali ne sono un esempio.

Quanto durano i tic?

    I tic sono manifestazioni piuttosto comuni nei bambini. Si stima che ne soffra 1 bambino su 10 durante l'infanzia e l'adolescenza.

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   Nella maggior parte dei casi questi comportamenti involontari compaiono verso i 4-5 anni, raggiungono la loro maggiore intensità nella fase preadolescenziale e adolescenziale e diminuiscono fino a scomparire in età adulta.

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    La ricerca, tuttavia, sottolinea l'esistenza di una grande variabilità individuale. A volte i tic scompaiono spontaneamente nel corso di poche settimane.

 

     Se le manifestazioni disturbanti durano più a lungo, invece, si può parlare di un vero e proprio disturbo da tic.

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   La forma più nota è la sindrome di Tourette. In questi casi il bambino presenta diversi tic motori e almeno un tic fonico per più di un anno. E' una patologia presente nello 0,5 -1% della popolazione ed è più frequente nei maschi che nelle femmine.

Quali sono le cause più frequenti dei tic nei bambini?

   Le ricerche sul tema hanno evidenziato la presenza di una certa familiarità per il disturbo. Questo cosa significa? Se da piccoli avete sofferto di tic, è probabile che anche i vostri figli vadano incontro a disturbi analoghi.

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   La predisposizione familiare, tuttavia, non è l'unica causa del problema. Esistono molti fattori ambientali che possono incidere sullo sviluppo di uno o più tic nel bambino: difficoltà di relazione a casa o a scuola, tensioni con i coetanei, cambio di abitazione, arrivo di un fratellino...

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  Molti ragazzi reagiscono a situazioni emotivamente coinvolgenti o stressanti ricorrendo a comportamenti involontari che consentono loro di liberare le forti tensioni interne che provano.

Mio figlio ha dei tic. Come devo comportarmi?

1. Niente allarmismo. Nella maggior parte dei casi i tic dei bambini scompaiono spontaneamente nell'arco di qualche mese. E' opportuno osservare con maggior attenzione il piccolo per cercare di capire in che situazioni il tic si intensifica e quando, invece, è poco presente.

 

2. Evitate di sottolineare i tic o di fare rimproveri. Ricordate: si tratta di comportamenti involontari, che il bambino compie senza rendersene conto.

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3. Cercate di individuare possibili fattori di stress ambientale e adoperatevi per ridurli.

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4. Evitate atteggiamenti di iperprotezione e stimolate il bambino a svolgere in autonomia tutti i compiti che è in grado di portare a termine da solo (vestirsi, lavarsi, preparare lo zaino, sistemare la sua stanza). Mostrate fiducia nelle sue capacità e sostenetelo anche di fronte agli insuccessi.

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5. Incoraggiate il vostro bambino ad esprimere apertamente tutte le sue emozioni, soprattutto la rabbia e la paura. A volte può esser utile trascorrere del tempo con lui, affiancarlo mentre gioca o disegna, per raccogliere le confidenze che esprime più facilmente quando è impegnato in attività piacevoli.

Quando è opportuno rivolgersi a uno specialista?

   Se i tic non accennano a diminuire nel giro di qualche mese può essere utile chiedere consiglio al pediatra e rivolgersi a uno psicologo infantile.

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   Lo specialista cercherà di valutare in che misura il tic interferisce nella vita scolastica e relazionale del bambino attraverso il colloquio, il gioco libero, il disegno e mediante la somministrazione di specifici test.

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   Alcuni bambini, infatti, diventano oggetto di prese in giro da parte dei coetanei a causa dei loro tic, e possono reagire isolandosi o sviluppando idee negative rispetto a se stessi.

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  Lo psicologo infantile può aiutare i genitori ad individuare i fattori di stress responsabili della comparsa del disturbo, sostenere la famiglia nella gestione delle difficoltà del bambino a casa e a scuola, e fornire chiare informazioni in merito al disturbo e al modo più efficace per affrontarlo.

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  Una delle terapie più efficaci nella gestione dei disturbi da tic è quella cognitivo-comportamentale. Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che l'Habit Reversal Training (HR) e l'Exposure and Response Prevention (ERP) sono strumenti realmente efficaci nel controllo dei tic.

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   Si tratta di metodologie che richiedono la collaborazione attiva del bambino e dei genitori e che prevedono, in alcuni casi, il coinvolgimento anche degli insegnanti.

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